sabato 5 settembre 2015

INTERVISTA A UN PERSONAGGIO STRAORDINARIO

KELLY - Mr. Umberto Joackim, permette una intervista? Non Le prometto di riuscire a pubblicarla sull'Economist, la più conosciuta rivista finanziaria internazionale, ma farò il possibile.

BARBERA - Chi promette in debito si mette, tuttavia non pretenderei tanto.

KELLY - Allora incominciamo. Vorrei chiederLe se Lei crede nell'al di là, ovvero all'esistenza dell'anima dopo la morte.

BARBERA - Da tremila anni i filosofi hanno cercato di dare una risposta a questa fondamentale domanda che l'uomo si pone e nessuno di loro ha mai dato una prova certa. Eppure una prova  certa esiste.

KELLY - Si spieghi meglio. Quale prova certa ?

BARBERA - Fu ideato un gioco basato su un doppio giuramento degli stessi organizzatori e partecipanti al gioco. Chi avesse partecipato al gioco avrebbe avuto tutto da guadagnare, mentre chi avesse infranto le regole del gioco avrebbe avuto tutto da perdere.

KELLY - Interessante. Chi ideò questo gioco e di che tipo di gioco si tratta?

BARBERA - L'idea fu di un certo Maurice Princet, uno statistico appassionato di giochi combinatori basati sul calcolo delle improbabilità, l'inverso delle probabilità. Egli pensò che se un gioco avesse avuto una soluzione impossibile, nessuno l'avrebbe mai risolto, salvo che…

KELLY - Un gioco impossibile avrebbe potuto avere una soluzione improbabile?

BARBERA - In un certo senso si direbbe di sì. Maurice Princet sostenne che sarebbe stato necessario imporre ai giocatori un doppio giuramento: il primo giuramento consisterebbe nell'impegnarsi a negare l'esistenza del gioco e qualora si presentasse un ricercatore della sua impossibile soluzione, quest'ultimo avrebbe dovuto essere depistato con risposte creative, fantasiose ed assolutamente incoerenti in modo da metterlo fuori strada. Il secondo giuramento avrebbe invece impegnato coloro che in vita avessero negato l'esistenza del gioco, di cercare di aiutarne la soluzione dopo la loro morte.

KELLY - Quindi una grande partita condotta prima dai vivi e poi dagli stessi giocatori una volta che fossero morti ?

BARBERA - Esattamente. Una partita tra i vivi ed i morti. I primi negherebbero la soluzione del gioco, i secondi cercherebbero di risolverlo. E chi tra i vivi infrangesse il giuramento passerebbe immediatamente a giocare nell'altra squadra. Quindi un vivo spergiuro morirebbe.

KELLY - Nessuno desidera morire anzitempo, quindi il gioco sarebbe ben difeso da questa regola. L'idea mi sembra geniale, ma di che tipo di gioco si tratta?

BARBERA - Princet suggerì di porre come meta del gioco la soluzione di un enigma della Sfinge che, come si sa, é composto da tre elementi: due di essi sono dati ed il terzo deve essere scoperto. Anche qui, chi non risolve l'enigma della Sfinge, muore. Chi si fosse avventurato nella ricerca della soluzione del gioco impossibile avrebbe corso un rischio mortale.

KELLY - Un gioco mortale... ma allora perché parteciparvi?

BARBERA - Probabilmente non solo per dare un senso ed una speranza alla propria vita, raggiungendo una prova certa della immortalità dell'anima. Il gioco prevedeva anche un premio tangibile: un posto di lavoro prestigioso, un guadagno costante e certo e, per chi avesse dimostrato del talento, anche un successo sociale di grande soddisfazione. Infatti al gioco parteciparono le più eccellenti personalità ingaggiate da un Ente organizzatore dalle illimitate possibilità finanziarie ed interessato ad ammazzare la noia di una vita oziosa, peculiarità della classi nobili ed agiate.

KELLY - Non ci ha ancora detto in che cosa consistette questo gioco, quale enigma della Sfinge proponeva ed a chi.



                                                                                                

^  Henri Matisse: "Alba in Corsica" (inedito)

BARBERA - L'enigma finale sarebbe stato proposto dopo una serie di mete intermedie da raggiungere risolvendo enigmi in successione, una  vera e propria "roulette russa"! Inoltre gli enigmi del gioco non sarebbero affatto previsti dalla squadra dei vivi, poiché sarebbero proposti dalla squadra dei morti !

KELLY - Coloro i quali avessero infranto il giuramento sarebbero morti per poi iniziare a giocare per aiutare la soluzione del gioco? Sembra una contraddizione. Essi avrebbero perdurato a spergiurare anche da morti…

BARBERA - Se lo avessero fatto, sarebbero stati condannati all'inferno eterno, mentre se avessero giocato almeno da morti, avrebbero evitato questa dannazione, meritandosi una eternità più felice.
Un buon motivo per cercare di aiutare il ricercatore a risolvere il gioco, in un modo molto semplice: facendo accadere nel mondo dei vivi una sequenza improbabile di avvenimenti che, contro ogni probabilità statistica di accadimento, avrebbero portato passo dopo passo il ricercatore alla soluzione dei diversi enigmi che si sarebbero presentati nel percorso intrapreso.

KELLY - Avvenimenti improbabili? Ci può fare un esempio?

BARBERA - Certo. Un avvenimento improbabile potrebbe essere quello di trovare in un mercatino di antiquariato la diciassettesima cariatide di Amedeo Modigliani, quella che i Curatori d'arte cercano da oltre un secolo. Il ritrovamento sarebbe ancora più incredibile se il giorno appresso la stessa persona trovasse in un negozio di anticaglie un altro dipinto di Amedeo Modigliani ed infine se due giorni dopo, nell'occasione della morte di una amica, egli trovasse sotto il letto della cara estinta una tavola di legno raffigurante un ritratto della moglie di Amedeo Modigliani che, come si sa, morì suicida (quest'ultimo ritrovamento é accaduto).




 
    ^  XVII cariatide ritrovata !

KELLY - Statisticamente tre avvenimenti improbabili in loro successione, accaduti in luoghi diversi ed aventi una correlazione col medesimo pittore, sembrerebbe anche ai profani del calcolo delle improbabilità un accadimento stupefacente ed incredibile. Come convincersi della autenticità e verità di questo accadimento?


^  Modigliani "Paesaggio toscano" 1908                                          Idem, pubblicato.

BARBERA - La convinzione non può che essere data dal ripetersi in successione di altri avvenimenti improbabili. Ad esempio... se la settimana appresso il medesimo ricercatore trovasse un dipinto di Monet il Lunedì, un dipinto di Toulouse Lautrec il martedì, un dipinto di Picasso il mercoledì ed un dipinto di van Gogh il giovedì… mentre il venerdì, il sabato e la domenica trovasse dodici libri d'arte in diverse bancarelle ed in ciascun libro trovasse dei riferimenti ai dipinti trovati nella stessa settimana.

KELLY - Una sequenza che apparirebbe incredibile e susciterebbe non pochi dubbi…

BARBERA - La convinzione crescerebbe lentamente, come il lievito di una torta nel forno. Consideriamo ora che ciascun dipinto contenga nella propria rappresentazione un enigma da risolvere, ad esempio che occorra capire l'identità del pittore, dove e quando l'opera d'arte sia stata eseguita ed ancora che il dipinto stesso riveli un segreto intimo dell'artista, un episodio mai rivelato da alcun esperto d'arte. Se la soluzione di questo enigma non rispondesse a verità, secondo le regole del gioco, il ricercatore dovrebbe morire; al contrario, se fossero trovati dei riscontri bibliografici che confermassero la verità rivelata, il ricercatore sopravviverebbe per affrontare la settimana successiva altri enigmi improbabili.

KELLY - A questo punto, caro Umberto Joackim Barbera, Lei non può prendere in giro i lettori dell'Economist. Le chiederei di illustrarmi un prova certa, una prova provata, che riguardi un artista non scelto da Lei. Mi permette di farle una domanda a sorpresa?

BARBERA - Dica pure. L'ascolto.

KELLY - Vedo che Lei ha ritrovato diversi quadri, tra questi un disegno di Edgar Degas, il celebre pittore e fotografo napoletano che operò a Parigi a cavallo di fine '800 ed inizio '900.  Quale enigma si celerebbe in questo disegno delle "Tre grazie"?

BARBERA - A domanda immediata, una risposta veloce. Questo disegno lo ritrovai in una cartellina di vecchie stampe in un mercato di Torino, il celebre "baloon" del Sabato. Il venditore fu un "brocanteur" con un nome che mi sembrò tutto un programma: si chiamava Salvatore e di cognome Stella. Era un buon biglietto da visita che mi fece pensare d'essere salvato dalla mia buona stella !
Il disegno rappresentava tre donne ignude che ricordavo di aver già visto in una dipinto di Raffaello Sanzio, una celebre opera d'arte citata appunto col titolo "Le tre grazie", tuttavia mi era ignoto il nome ed il tratto dell'artista. A margine del foglio vi era però una scritta che faceva riferimento alle "tre grazie", il dipinto di Raffaello che era stato esposto a villa Borghese da un nobile inglese di cui era citato il nome: Lord Ward. Ma chi sarebbe stato lo sconosciuto disegnatore ? Questo era l'enigma da risolvere. I dati noti erano due: il primo era il dipinto "Le tre grazie", il secondo il nome di Lord Ward che fu possessore di un quadro di Raffaello. Per non morire avrei dovuto scoprire il nome del disegnatore. Occorreva indagare su Lord Ward, ma come? La mia ricerca si orientò sui libri d'arte che  avevo in casa. Presi per caso in mano un libro di Degas e mi resi conto che la sua calligrafia assomigliava a quella esaminata a margini del disegno. Mi rivolsi ad un esperto perito calligrafo suggerendogli di verificarne la corrispondenza in modo scientifico ed Egli mi fornì la risposta attesa: il disegno era assolutamente di Edgar Degas ! Per avere la prova di ciò che Le dico, La invito ad esaminare il Blog che scrissi sul ritrovamento di quest'opera: <http://degasdisegnotregrazie.blogspot.it>

KELLY - Mi lasci accertarmi di ciò che mi dice e di riprendermi dallo sconcerto. Le prometto una seconda intervista tra qualche giorno. Mi indovini Lei quale.

BARBERA - D'accordo. Tra tre giorni, Per ora La ringrazio, tre volte !

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"Le tre grazie " di Raffaello Sanzio

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"Le tre grazie" di Edgar Degas

KELLY - Eccomi nuovamente a Lei dopo tre ore che mi sono parse lunghe come tre giorni…

BARBERA - Esattamente come nel mondo quantico, il mondo dell'energia dei quanti che  sembra essere l'essenza stessa dell'unico Dio invisibile ed inconoscibile salvo che…

KELLY - Salvo che cosa…

BARBERA - … salvo che l'uomo non abbia la propria ghiandola amigdala sintonizzata sulla stessa frequenza energetica di Dio. Si tramanda, tra coloro che siano già stati "iniziati", che l'uomo abbia una mente in grado di sintonizzarsi con Dio, così come una radio si sintonizza con una stazione emittente un piacevole ed istruttivo programma. E siccome i fisici quantistici conoscono la misura di energia necessaria ad un elettrone per cambiare di stato (energia di "spin" che consente il "salto quantico"), l'uomo potrebbe finalmente sintonizzare la propria mente con quella di Dio. Questo é un  argomento per così dire da bio-radio-amatori, che potremmo sviscerare in un'altra occasione... Tornerei al tema della nostra intervista.

KELLY - Immagino che Lei sia un iniziato, visto che ha il potere di accedere alle sequenze di improbabilità generate dagli spiriti dei morti…

BARBERA - E' proprio così. Infatti la prima legge della magia dice che " il pensiero crea l'evento", ma non si tratterebbe di magia ma di una legge della fisica quantistica, come aveva intuito e detto Albert Einstein.

KELLY - Quindi anche la soluzione intuitiva degli enigmi sarebbe un effetto della fisica dei quanti?

BARBERA - Si ritiene che l'intuizione sia una manifestazione del pensiero, pertanto non é un effetto ma una causa che genera l'accadimento evocato dalla immaginazione di un vivente così come un accadimento improbabile potrebbe essere manifestato nel mondo fisico dallo spirito immaginativo dell'anima di un defunto. Detto ciò, io penso che sia difficile ragionare sulla pipì degli angeli, pertanto La inviterei ad esaminare gli accadimenti verificabili e non quelli immaginari.

KELLY - Sono d'accordo. Comunque sia, l'immaginazione Le consentirebbe di risolvere gli enigmi.

BARBERA - Direi piuttosto l'intelligenza dell'Uomo, unita alla capacità di immaginare l'immanente. Potremmo convenire che anche un pittore, nella sua creazione artistica, segua la propria ispirazione immaginativa applicata ad un tema dato dalla ragione. Veda ad esempio Picasso…

KELLY - Sì, potrei seguirla, purché l'opera di Pablo Picasso non sia del periodo cubista…

BARBERA - Prendiamo allora il dipinto figurativo di Picasso "Le tre grazie", in cui egli abbia espresso un tema collegato all'enigma del gioco di cui si parlava. Credo che possa essere stimolante un dipinto intriso di sesso e sangue, o sbaglio ?

KELLY - Per i lettori dell'Economist credo che la sessualità abbia minore importanza dell'economia, comunque vediamo: cosa Le fa pensare che sia di Picasso?

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"Le tre grazie" di Pablo Picasso.

BARBERA - Non certo il soggetto del dipinto che richiamerebbe a più di un organo fallico, benché il gioco di parole farebbe pensare a "Più casso…=  Picasso).

KELLY - La prego…  piuttosto mi dica dove avrebbe trovato la firma di Picasso.

BARBERA  - Nell'angolo in alto a sinistra. Vede? Occorre selezionare l'immagine ed ingrandirla, meglio se trasformata in bianco / nero, evidenziandone il contrasto.  La firma fu purtroppo coperta da un velo di pigmento scuro, ma rimane visibile ad un micron di profondità. La data invece appare con il solo ingrandimento.


BARBERA - Questo dipinto, che trovai in un polveroso magazzino almeno vent'anni fa,  potremmo titolarlo "Le tre grazie" di Pablo Picasso, perché di teste senza volto sembrano non essercene solo due, una grigia ed una rosa, ma in vero ce ne sono tre se comprendiamo anche quella di colore nero sulla destra. Questo primo enigma dato dall'indovinello della Sfinge, sarebbe risolvibile se intendessimo i tre volti sconosciuti come quelli delle "tre sorelle" (le tre Marie). Ora in lingua francese (poiché Picasso viveva in Francia), le tre sorella si dicono "les trois soeurs"; siccome i francesi prediligono i giochi di parole quasi come gli inglesi, "les trois soeurs" possono essere pronunciate così da intendere la parola "le trésor", cioé "il tesoro", ovvero un indizio utile per procedere alla decifrazione del dipinto.

KELLY - Un tesoro ? Economicamente interessante…

BARBERA - Ora utilizzeremo l'immaginazione quantistica. Non credo che un uomo non iniziato sia in grado di decifrare questo dipinto a prima vista. Quindi mi segua…

KELLY - Vada, vada… La seguò.



BARBERA - Osserviamo che gli elementi importanti del dipinto sono quattro: 
1) Un quadro verticale, in gran parte rosso sangue e con l'angolo basso a sinistra di colore celeste/blu, il colore del sangue dei nobili e dei Re.
2) In alto, una finestra vetrata con griglia in ferro, adatta alle prigioni.
3) In basso, un vassoio ovale, oppure un cerchio visto in prospettiva inclinata, come il bordo di un calice.
4) In centro, tre teste di donne, caratterizzate da due seni prosperosi (difficilmente due organi maschili tanto sostenuti...).
Quale significato potremmo dare a questo dipinto, tenendo ferma l'ipotesi che l'enigma si riferisce ad un tesoro da ritrovare ?

KELLY - Da mezzo minuto Lei guarda fissamente il dipinto senza parlare. Per caso non si sente bene?

BARBERA - Mi scusi, stavo sintonizzandomi col mondo quantico, come faceva Leonardo da Vinci dopo aver bevuto un cucchiaio di acqua del suo pozzo dopo averla contaminata con una quarzite radioattiva dalla giusta frequenza… l'auto contaminazione favorisce la sintonizzazione della ghiandola amigdala, come si diceva. Credo di aver capito il significato di questo dipinto. Mi segua. Osservi come non vi sia soluzione di continuità nel bordo del calice ma che invece é evidente un filo di colore rosso sangue che fuoriesce sulla destra dal dipinto verticale compiendo un semicerchio…: "le fil rouge", il filo rosso, che in francese si pronuncia come "le fils" cioé il figlio… il figlio di una delle tre Marie ! La comprensione immaginativa mi porta a vedere in questo dipinto una calice contenente del sangue del figlio di Maria… quindi il Calice del Graal che contenne il sangue di Gesù ! Questa potrebbe essere la soluzione dell'enigma sotteso al dipinto di Picasso ! Il gioco avrebbe avuto come meta finale la scoperta del Calice del Graal ?



KELLY - Ma che ci azzecca il Calice del Graal con il vetro di una finestra e con la griglia d'una prigione? Forse la prigione in cui Pilato trattenne Gesù aveva una griglia di ferro?

BARBERA -  Il significato metaforico ci dice ben di più. L'enigma centrale da risolvere, date le prime due soluzioni, non ci dice solo che il dato mancante sia il Calice del Graal, la meta finale del gioco sotteso all'arte, ma ci suggerisce che il Calice del Graal sia tenuto prigioniero, ovvero custodito in un luogo ben difeso, salvo che…

KELLY - Prosegua... !

BARBERA - … Salvo che non ci suggerisca che nel vetro stesso del calice vi sia custodito il vero volto di Maria Maddalena (tenuto prigioniero dalla sua stessa invisibilità che, tuttavia, potrebbe essere trasformata in visibilità conoscendone il trucco: basterebbe infatti esporre il calice al sole per renderlo luminoso come un proiettore fotografico !)... 

Quindi una fotografia "ante litteram"?  Ecco, vede? Questa sarebbe la risposta fotografica ad un approccio descrittivo di un dipinto enigmatico. Che poi il dipinto sia attribuibile a Picasso o ad un altro artista. questo diviene un aspetto secondario, direi solo più economico.

KELLY - Già, ma se fosse davvero un segreto, anche solo fotografico, rivelato da Picasso, sarebbe davvero un tesoro ritrovato! Mi dica ancora:  quale sarebbe la provenienza di queste opere ritrovate?

BARBERA - E chi lo sa?  Si ritiene che possano essere le opere d'arte francesi che nella seconda guerra mondiale furono nascoste nelle miniere di sale ed utilizzate per garantire il finanziamento della guerra e della resistenza, infine promesse e consegnate alle Comunità ebraiche fideiussorie... Veda, le opere d'arte passano di mano a seconda delle situazioni. Un antiquario tedesco, Her Gurlit, fu recentemente riconosciuto come il  custode di 1500 opere dei maggiori artisti impressionisti ed espressionisti francesi senza saper documentare una loro provenienza e proprietà, per cui fu arrestato e trovato morto dopo 15 giorni. I veri proprietari  delle opere non avrebbero gradito che Her Gurlit rivelasse il loro nome. Suo figlio fu costretto a donare le opere ad un Museo tedesco e non sapremo mai chi siano coloro che usufruiscono delle rendite dei "piani finanziari" ad esse collegati. Recentemente in una miniera in Polonia é stato trovato un treno con decine di migliaia di opere d'arte sottratte e nascoste dai nazisti alla fine della guerra, forse utilizzate anch'esse a garanzia di piani finanziari per la ripresa economica della Germania, oppure della Russia, oppure della stessa Francia. Per quanto a quelle da me ritrovate in vent'anni di partecipazione al gioco di cui stiamo parlando, il loro esiguo numero non le rende interessanti per essere utilizzate per programmi finanziari di vasta portata come quelli necessari per finanziare le guerre con armamenti sempre più costosi. Si tratta di opere enigmatiche, utili solo per un gioco sociale e culturale di cui credo averne trovato la soluzione.



KELLY - Le miniere sconosciute sono certamente il luogo più sicuro per custodire opere d'arte utilizzate a garanzia di "certificati finanziari". Vi sono poi i Musei ed i Caveaux bancari. E Lei, dove custodisce le sue opere d'arte?

BARBERA - Veda, le opere d'arte sono appetibili ai ladri se esse siano facilmente fungibili, ovvero vendibili. Ma le loro quotazioni sono talmente vertiginose che solo gli Stati possono permettersi di acquistarle, a volte tramite presta nomi. Si consideri poi che le opere d'arte debbono essere autenticate e riconosciute come tali. Un'opera attribuibile ma non autenticata e riconosciuta, vale come il costo della tela e del colore, poche decine di euro. Infine chiunque dovrebbe affrontare il rischio del loro riconoscimento. Più esse sono note e diffuse sul web, oltre che essere state dichiarate al Ministero dei Beni Culturali, meno sono appetibili alla vendita clandestina poiché rintracciabili con i rischi che comportano: anni di galera ai ladri. Infine la loro collocazione, dispersa in diverse case da arredatori che le imprestano come copie senza valore, e la loro riproduzione in alcune copie perfette in modo che non si sappia quale sia quella autentica… sono tutte difficoltà quasi diaboliche ed insuperabili. Infine, si metta in conto che secondo la regola del gioco, i morti non gradirebbero che il loro gioco venga disturbato se non dal "lungamente atteso" risolutore del gioco con cui cimentarsi. Ai ladri sarebbe destinata una morte atroce. Come vede, c'é materia per scoraggiare e rassicurare al tempo stesso !

KELLY - Scusi l'impertinenza… ma che valore ha questo dipinto delle "Tre Grazie" di Picasso?

BARBERA - Credo che quest'opera valga il costo della sola cornice, mentre il dipinto su tela oggi valga zero euro finché qualcuno non voglia dargli un valore superiore e, soprattutto, sia disposto a pagarlo ! Io credo che senza un riconoscimento ufficiale della Fondazione Picasso le tre grazie valgano… un casso !

KELLY - Mi lasci riordinare le idee, e proseguiremo dopo un caffé…

BARBERA - D'accordo, riprenderemo il percorso della soluzione del gioco… ma prima La inviterei a leggere  una presentazione di soli quattro capolavori di impossibile attribuzione, essendo stati dichiarati distrutti dai nazisti nella seconda guerra mondiale: 

   TOULOUSE LAUTREC, PICASSO, VAN GOGH E MONET
(clicca per entrare nel "Menu del Menu")


^ Toulouse Lautrec 
L'acrobata Cha-U Kao

^ Pablo Picasso
La banda Picasso

^ Vincent van Gogh
Passeggiata a MontMajour

^ Claude Monet
Prima entrata in Italia

KELLY - Ho visto: <http://menudelmenu.blogspot.it> Molto interessante… anche se la presentazione mi pare artigianale. Si potrebbe fare di meglio, realizzando una presentazione con più moderni software, musica, movimento…

BARBERA - Lo farei molto volentieri, appena riuscissi a vendere un'opera ad un collezionista appassionato conoscitore d'arte, al quale non interessi realizzare l'affare del secolo ma ami l'opportunità di acquistare un'opera unica da custodire gelosamente.

KELLY - Fino ad ora é riuscito a vendere una opera d'arte della sua collezione ?

BARBERA - No, non sono mai riuscito a soffrire più di quanto il compratore amasse l'opera prescelta. E' un affare di cuore e di passione, oltre che di vita. Non riesco a staccarmene.

KELLY - Un'ultima domanda. Quando terminerà il gioco impossibile ?

BARBERA - Dopo vent'anni di ricerca, vorrei dirLe "molto presto". L'unica impobabilità che ancora manca, é che sia il Gran Maestro governatore e "nautonnier" dell'Ente organizzatore del gioco a dire la parola "fine, acquistando l'opera più importante (qui di seguito "il capolavoro sconosciuto" ) … così consentendomi una vecchiaia serena e meritata."



KELLY - Glielo auguro e La ringrazio. 

BARBERA - Grazie a Lei d'aver acconsentito a questa intervista… quantica ! :-)




Umberto Joackim Barbera
mentre indica un calice contenente del vino contaminato.

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